lunedì 10 agosto 2015

LA CHIESA DI SAN LORENZO A NOCICCHIO DALLE ORIGINI AL 1700

di Francesco Fiumalbi

In questo post sono raccolte tutte le informazioni disponibili riguardanti la piccola chiesetta di San Lorenzo a “Nocicchio” (titolo completo SS. Lorenzo Martire e Andrea Apostolo), che si trova a mezza costa, lungo uno dei percorsi che dalla pianura si protendono verso l'abitato sanminiatese. Si tratta di una strada molto antica, che metteva in comunicazione San Miniato con la viabilità principale della fascia pedecollinare (la via Pisana, ovvero l'attuale Strada Statale n. 67 Tosco-Romagnola Est) per poi proseguire in direzione di Roffia (attuale via Erti) e quindi verso uno dei porticcioli lungo l'Arno. Una strada molto transitata (anche perché meno ripida di altre), e vicino alla quale andò costituendosi una piccola comunità che ebbe come riferimento la chiesa di San Lorenzo.

La chiesa di San Lorenzo a Nocicchio
Foto di Francesco Fiumalbi

L'ORIGINE E LE PRIME ATTESTAZIONI
L'origine della chiesa di San Lorenzo, così come di molti altri edifici religiosi nel territorio sanminiatese, non è conosciuto. Dai documenti attualmente a disposizione non è possibile stabilire le vicende che portarono alla sua fondazione.
I primi elenchi delle chiese suffraganee della Pieve di San Genesio, compaiono nelle due bolle pontificie, inviate da Celestino III nel 1195 (01) e da Innocenzo III nel 1205 (02) ai pievani Gregorio e Bonaccorso rispettivamente. In questi documenti è indicata, per la prima volta, la Ecclesiam Sancti Laurentii de Nocida. Quindi, già alla fine del XII secolo, doveva essere presente la chiesa a cui faceva capo anche piccolo insediamento lungo la strada, Nocicchio, e un “popolo” più o meno sparso, costituito dagli abitanti della zona circostante.
Nell'atto formale della ben nota richiesta di traslazione del fonte battesimale dalla pieve di San Genesio alla chiesa di Santa Maria del Castello di San Miniato (oggi Cattedrale) datato 1236, compare il nome del primo rettore della chiesa di San Lorenzo a Nocicchio di cui si abbia notizia. Si tratta del presbitero Guido che, al pari degli altri intervenuti, portò la testimonianza circa la situazione di forte decadenza in cui versava la pieve e, fra le altre cose, e dichiarò di essere de Nocicchio et apud eadem moram e residentiam facio (03). Probabilmente era presente, oltre alla chiesa, anche una abitazione annessa, o comunque in prossimità, atta ad ospitare la residenza del sacerdote.
Pochi anni dopo, il 17 aprile del 1243, il Capitolo dei Canonici della Cattedrale di Lucca (da cui dipendeva anche il territorio sanminiatese fino all'erezione della Diocesi nel 1622) confermò al prete Ardovino il governo della chiesa di San Lorenzo a Nocicchio, ordinando contestualmente l'immissione al relativo beneficio (04). Come avveniva spesso nelle chiese più piccole, collocate nelle aree periferiche della Diocesi lucchese, era “il popolo curato” (oggi si direbbe i “parrocchiani”, gli abitanti della parrocchia) ad individuare ed eleggere il sacerdote. In questi casi si parla di chiese cosiddette di “libera collazione”. Il Vescovo, o comunque il Capitolo dei Canonici, a cui spettava comunque l'ultima parola, poteva confermare o ribaltare la decisione del “popolo”. In quest'ultimo caso poteva proporre egli stesso una rosa di candidati o rimandare nuovamente la scelta ai parrocchiani. Oggi può sembrare una pratica inconcepibile, ma all'epoca al governo della chiesa era legato il “beneficio”, ovvero quell'insieme di beni e di rendite che andavano a costituire il patrimonio della parrocchia, utile al sostentamento del sacerdote ed a coprire le varie spese. Più era grande questo patrimonio e più era facile individuare un prete disposto ad insediarsi. Come vedremo in seguito la scarsità delle rendite della chiesa di San Lorenzo a Nocicchio provocherà non pochi problemi. In ogni caso, il “beneficio” era frutto di secoli di donazioni e di gestione, e in alcuni casi poteva raggiungere una dimensione ed una articolazione davvero ragguardevoli. Era quindi un aspetto molto delicato, da trattare con la massima attenzione. Il “peso” del popolo curato nella scelta del sacerdote trova quindi facile spiegazione perché, di fatto, quel “patrimonio” da gestire lo avevano costituito i parrocchiani stessi. Parrocchiani che non dovevano essere tantissimi, ma comunque abbastanza per essere qualificati come “villa” negli Statuti del 1337, insieme a Monteregiana, Poçço et Sancto Pietro, quindi tutta la fascia pedecollinare nord-orientale ai piedi di San Miniato (05).
Con atto del 17 febbraio 1424, la chiesa di San Lorenzo a Nocicchio, rimasta vacante per la morte di prete Orso, e vista l'impossibilità di trovare un nuovo rettore per l'esiguità delle rendite, fu unita pro tempore dal Vescovo, con il consenso del Capitolo dei Canonici, alla chiesa di Sant'Andrea de Castro Cigoli, oggi scomparsa, situata nei pressi di San Miniato. Nell'atto venne specificato che l'unione avrebbe mantenuto la sua validità fintanto che prete Jacopo di Ranieri sarebbe rimasto rettore della parrocchia (06).
Pochi anni dopo, nel 1446 il sacerdote Lazzaro di Bartolomeo da San Miniato, rettore della chiesa di S. Lorenzo a Nocicchio, compare fra i testimoni dell'atto, redatto presso il palazzo vescovile di Lucca, con cui veniva proposto prete Marcovaldo di Ser Giorgio da San Miniato al Vescovo Baldassarre Manni per la chiesa, oggi scomparsa, dei SS. Jacopo e Filippo di Pancole. Lo stesso Lazzaro di Bartolomeo che nel 1448 fu nominato rettore della chiesa di Sant'Andrea a Reggiana o di Castro Cigoli situata nei pressi di San Miniato (07). Evidentemente, come risulta dalla visita pastorale del 1466, le due chiese di San Lorenzo e di Sant'Andrea si trovarono nuovamente unite come nel 1424, a seguito della morte del prete Orso, e come avverrà in seguito.

Estratto dal Catasto Generale della Toscana,
Sezione B, “Colline adiacenti alla Cittò”, foglio n. 5
Archivio di Stato di Pisa, Catasto Terreni, Mappe, San Miniato, n. 6
Immagine tratta dal sito web del “Progetto CASTORE”
Regione Toscana e Archivi di Stato Toscani
Per gentile disponibilità. Info Crediti e Copyright

LE VISITE PASTORALI DAL '400 E DEL '500
Mons. Stefano Trenta, eletto da poco Vescovo di Lucca, si recò nel marzo del 1450 in visita pastorale a San Miniato, in cui si trattenne per circa una settimana. Di questa circostanza sono rimasti solo alcuni atti e nessuno di questi è relativo alla chiesa di San Lorenzo (08). Una nuova visita pastorale si tenne a pochi anni di distanza, nel 1466. Il visitatore apostolico, il frate domenicano Matteo da Pontremoli, giunse alla ecclesie Sancti Laurentii de Nocichio il 10 settembre, dopo aver fatto tappa alle chiese di Santa Maria al Fortino, SS. Jacopo e Lucia (San Domenico) e di San Biagio. Presso la chiesa di San Lorenzo fu accolto dal prete Lazzaro di Bartolomeo che esibì l'atto di nomina a rettore. La parrocchia godeva di un beneficio stimato in 32 staia di grano, 16 staia di biada, 12 barili di vino e un barile medio di olio. La chiesa aveva due altari laterali: il primo era dedicato a Sant'Antonio Abate, la cui cappellania era affidata al sacerdote Domenico Masi (pur essendo privo del “titolo”) per un valore di 12 staia di grano; il secondo era dedicato a Sant'Urbano ed era tenuto dal chierico Jacopo di Antonio per un valore di 12 staia di grano e di 12 barili di vino. Il prete Lazzaro di Bartolomeo fu indicato come bonus pastor & satis ignarus (09).
Un'altra visita pastorale riguardante le chiese sanminiatesi avvenne nel 1575. Gli atti della visita presentano diversi motivi di interesse, poiché in tale occasione vennero impartite le nuove disposizioni emerse con il Concilio di Trento (1545-1563) (10). Il visitatore apostolico Mons. Giovanni Battista Castelli, già Vescovo di Rimini, giunse alla chiesa di San Lorenzo a Nocicchio fu accolto dal rettore Antonio Ricci da San Gimignano, che dichiarò di non risiedere presso la chiesa. Furono impartite diverse indicazioni in merito all'arredo liturgico, oltre alla costruzione di una nuova recinzione all'attiguo cimitero. Furono registrati i due altari, dedicati a Sant'Antonio (da usare per le celebrazioni vespertine) e a Sant'Urbano che, insieme a quello principale, sarebbero dovuti essere ricostruiti in pietra. Infine il visitatore dispose la privazione dell'ufficio della parrocchia al sacerdote Antonio Ricci se entro un mese non avesse provveduto a risiedere stabilmente presso la chiesa. Una situazione analoga fu trovata dal visitatore anche nelle vicine chiese di San Pietro alle Fonti e di Sant'Andrea di Castro Cigoli (11).

La chiesa di San Lorenzo a Nocicchio
vista dalla strada che va da San Pietro alle Fonti a Pancole
Foto di Francesco Fiumalbi

L'UNIONE CON SAN PIETRO ALLE FONTI E SANT'ANDREA DI REGGIANA
I sacerdoti di San Lorenzo a Nocicchio e di San Pietro alle Fonti, disattesero le disposizioni fissate da Mons. Castelli durante la visita e vennero allontanati dai rispettivi incarichi, lasciando le due parrocchie vacanti. Nel dicembre 1578, con atto registrato nella Cappella di San Regolo nella Cattedrale di Lucca, il Vescovo Mons. Alessandro Guidiccioni “Il Vecchio”, ascoltata la supplica di Pietro di Francesco Buonaparte e di Giovanni di Francesco Buonaparte, rappresentanti rispettivamente dei popoli di San Lorenzo a Nocicchio e di San Pietro alle Fonti, sancì l'unione ad perpetuum delle due chiese parrocchiali con quella di Sant'Andrea de Castro Cigoli extra et prope terre Sancti Miniatis. Come specificato nel documento, l'annessione fu possibile grazie al fatto che le chiese distavano fra loro non più di un terzo di miglio e contavano pochi parrocchiani, stimati in circa duecento anime ciascuna. Le tre parrocchie, così unificate, furono affidate a prete Francesco di Leonardo Ansaldi, già rettore di Sant'Andrea. Accertato il fatto che non esistevano canoniche nei pressi delle tre chiese, fu fatto obbligo al sacerdote di costruire una casa, entro tre anni, nei pressi della chiesa di San Lorenzo a Nocicchio, che stava in posizione centrale rispetto alle altre ed avrebbe offerto una maggiore comodità negli spostamenti, in modo che non venisse trascurata la cura d'anime. Il Vescovo fissò anche il censo annuo consistente in due libbre di cera bianca, da corrispondere alla mensa episcopale nel mese di settembre, in occasione della festività della Santa Croce (12).
Da questo momento in poi e fino al 1704 le tre chiese costituirono un'unica entità parrocchiale. Di pochi anni posteriore è invece la carta n. 655 delle Piante di Popoli e Strade redatte dai Capitani di Parte Guelfa, dal titolo Popolo di S. Lorenzo Inocichio, redatta fra il 1580 e il 1592 (13). Questo documento è interessante in quanto mostra quelli che erano i confini della parrocchia di San Lorenzo. A Nord, oltrepassava la strada Pisana (attuale Tosco Romagnola) e confinava con Santa Maria a Soffiano (Ontraino), San Michele di Roffia e San Pietro alle Fonti, adiacente anche per tutto il tratto orientale. Ad ovest e a Sud i confini erano invece con Sant'Andrea a Reggiana.

DAL '600 AL '700 E LA SCISSIONE DA SAN PIETRO ALLE FONTI
Il 28 ottobre 1619 la chiesa fu visitata dal Vescovo di Lucca Mons. Alessandro Guidiccioni “Il Giovane”. Ad accoglierlo il rettore Giulio Buonaparte, di sessant'anni d'età, che abitava all'interno del centro abitato di San Miniato non essendo presente una canonica. A Nocicchio il Vescovo stabilì che fosse costruita quanto prima la canonica, richiamando quanto disposto nel 1578. Inoltre ordinò che a San Lorenzo si conservasse il SS. Sacramento e che a tal proposito fosse traslato il tabernacolo presente nella chiesa di Sant'Andrea. Vennero inoltre registrate le due cappelle presenti, una dedicata a Sant'Antonio, di patronato dei Buonamici e il cui rettore era Don Pietro Conte, e l'altra a Sant'Urbano, il cui titolare era il nobile Simone Rustici (14).
Nel 1649 la cura delle tre parrocchie riunite (San Lorenzo, San Pietro e Sant'Andrea) venne affidata a prete Jacopo Gucci da San Miniato, il quale perì l'11 gennaio del 1673. Essendo le tre chiese di patronato e collazione del popolo, il successivo 16 gennaio si aprì un complesso procedimento che portò all'indicazione del nome da sottoporre all'approvazione del Vescovo. Presso la chiesa di San Lorenzo a Nocicchio si radunarono, in un'unica assemblea, i rappresentanti dei tre popoli: 24 persone da Sant'Andrea, 23 da San Lorenzo e 20 da San Pietro. Presenti anche Giovanni Cini, Giudice del Vicario di San Miniato, assieme a Bastiano Guarini che ricopriva la carica di Cancelliere. L'assemblea individuò come nuovo rettore Don Bonaventura Burrini, sacerdote di San Miniato, che fu confermato con atto del 24 maggio 1673 (15).
Il Vescovo di San Miniato Mons. Carlo Maria Visdomini Cortigiani visitò la chiesa di San Lorenzo a Nocicchio il 9 giugno del 1684, accolto dal sacerdote Bonaventura Burrini. Dagli atti risulta che l'altare maggiore, al di sopra del quale campeggiava l'immagine della Beata Vergine Maria, era affiancato ai lati da due statue raffiguranti San Lorenzo e Sant'Andrea. Inoltre la cappellania di San Pietro in Vincoli, originariamente nella chiesa di Sant'Andrea e il cui rettore era Camillo Benci, viene indicata all'interno della stessa chiesa di Nocicchio, in cui figuravano, come nelle visite precedenti, quelle dedicate a Sant'Antonio Abate e a Sant'Urbano (16).
Alla fine del '600, venuta meno di fatto la chiesa di Sant'Andrea di Castro Cigoli (la chiesa fu addirittura venduta e demolita) rimasero solamente le due chiese di San Lorenzo a Nocicchio e di San Pietro alle Fonti, unite assieme.
Il 13 agosto 1704 venne a mancare il sacerdote Bonaventura Burrini. Si aprì un procedimento che alla fine vide la scissione della parrocchia di San Pietro alle Fonti dalla chiesa ormai indicata come dei SS. Lorenzo e Andrea di Nocicchio, essendo molto accresciuti i fuochi e l'anime dei Popoli di dette Chiese. Mons. Francesco Poggi, da poco Vescovo di San Miniato, con decreto del 10 ottobre 1704 ordinò che venisse fatta la stima delle rendite economiche delle chiese (17).
Dunque, la cura di Sant'Andrea rimase unita alla vicina parrocchiale di San Lorenzo a Nocicchio che, ancora oggi, porta il titolo dei SS. Lorenzo Martire e Andrea Apostolo. Il nuovo sacerdote chiamato a reggere la parrocchia nel 1705 fu Raffaele Cardi Cigoli (18).

NOTE E RIFERIMENTI
(01) G. Lami, Charitonis et Hippophili Hodoeporici pars prima, in Deliciae eruditorum seu veterum anekdoton opusculorum collectanea, Tomo X, Firenze, 1741, pp. 164-173; J. P. Migne, Patrologie Cursus Completus sive bibliotecha universalis, integra, uniformis, commoda, aeconomica, omnium SS. Patrum, Doctorum scriptorumque ecclesiasticorum (Patrologia Latina), Vol. 206, n. CCV, coll. 1085-1086.
(02) G. Lami, Charitonis et Hippophili... Cit., pp. 175-176; J. P. Migne, Patrologie Cursus... Cit., Vol. 217, n. CCXVII, coll. 149-152.
(03) Archivio Arcivescovile di Lucca (d'ora in poi AAL), †† F.91; G. Concioni, Le vicende di una pieve nella cronologia dei suoi pievani. San Genesio di Vico Wallari 715-1466, Accademia Lucchese di Scienze, Lettere e Arti, Maria Pacini Fazzi Editore, Lucca, 2010, pp. 35-36.
(04) AAL, Libro segnato LL, n. 19, c. 29v; cfr. G. Concioni, Le vicende di una pieve... cit., p. 42.
(05) F. Salvestrini (a cura di), Statuti del Comune di San Miniato al Tedesco (1337), Comune di San Miniato, Edizioni ETS, Pisa, 1994, Libro V, rubr. 16 <17>, p. 423.
(06) AAL, Libri Antichi di Cancelleria, n. 86, f. 104; cfr. F. Fiumalbi, Sant'Andrea di Castro Cigoli. Una chiesa scomparsa nel suburbio di San Miniato, in «Bollettino dell'Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato», n. 80, San Miniato, 2013, p. 416.
(07) AAL, Sacre Visite, n. 9, c. 256; cfr. G. Concioni, Le vicende di una pieve... Cit., pp. 80, 90.
(08) AAL, Sacre Visite, n. 7, cc. 37r e 37v; G. Concioni, Le vicende di una pieve... Cit., pp. 64-65.
(09) AAL, Sacre Visite, n. 9, c. 260; ed. G. Concioni, Chiese, clero e cura d'anime in Diocesi di Lucca nella visita pastorale del domenicano Matteo da Pontremoli (1465-1467), Vol. 2, Accademia Lucchese di Scienze, Lettere e Arti, Maria Pacini Fazzi Editore, Lucca, 2012, pp. 123-124.
(10) Seppur in maniera incompleta, gli atti relativi alla visita di alcune chiese e conventi di San Miniato sono stati pubblicati in E. Coturri, La «visita» del visitatore apostolico Mons. Castelli alle Chiese ed ai luoghi pii di San Miniato nell'anno 1575, Bollettino dell'Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato, n. 33, 1961, pp. 7-43.
(11) AAL, Sacre Visite, n. 26, cc. 247v-248r; cfr. . Fiumalbi, Sant'Andrea di Castro Cigoli... Cit., p. 417.
(12) Archivio Curia Vescovile di San Miniato, Acta Beneficialia, n. 315, fasc. 5. Le informazioni sono desunte dalla copia dell'atto, realizzata nel 1704 per la separazione della chiesa di San Pietro alle Fonti dalla chiesa dei SS. Lorenzo e Andrea di Nocicchio. E' indicato come Copia dell'atto contenuto nel libro delle Collazioni dei benefici del Vescovato Lucchese iniziato nell'anno 1578 al foglio 120; cfr. F. Fiumalbi, Sant'Andrea di Castro Cigoli... Cit., p. 418.
(13) G. Pansini (a cura di), Piante di Popoli e Strade, 2 voll., Archivio di Stato di Firenze, Olschki, 1989, volume II, C. 653.
(14) ACVSM, Visite Pastorali, n. 53, c. 160v; cfr. F. Fiumalbi, Sant'Andrea di Castro Cigoli... Cit., p. 419.
(15) ACVSM, Acta Beneficialia, n. 305, f. 64; n. 307, f. 33; cfr. F. Fiumalbi, Sant'Andrea di Castro Cigoli... Cit., p. 420.
(16) ACVSM, Visite Pastorali, n. 61, cc. 554-556. La Cappella di San Pietro in Vincoli nel 1783 sarà conferita al chierico Dario Santarnecchi (ACVSM, Acta Beneficialia, n. 347, f. 3) e nel 1818 a Luigi Dani (ACVSM, Acta Beneficialia, n. 362, f. 47). Anche l'altro altare, dedicato a San Leonardo, seppur non rammentato negli atti della visita, fu traslato a Nocicchio. Nel 1728 fu nominato rettore Giovanni Battista Tellucci (ACVSM, Acta Beneficialia, n. 327, f. 15), nel 1740 Domenico Agostini originario di Livorno (ACVSM, Acta Beneficialia, n. 328, f. 11), nel 1750 Tommaso Fiamminghi (ACVSM, Acta Beneficialia, n. 333, f. 8) e il cui giuspatronato fu ceduto a favore del sig. Pietro Nucci (ACVSM, Acta Beneficialia, n. 356, f. 22) e nel 1815 a Francesco Salvi (ACVSM, Acta Beneficialia, n. 360, f. 8); cfr. F. Fiumalbi, Sant'Andrea di Castro Cigoli... Cit., p. 420.
(17) ACVSM, Acta Beneficialia, n. 315, f. 5; cfr. F. Fiumalbi, Sant'Andrea di Castro Cigoli... Cit., pp. 420-421.
(18) ACVSM, Acta Beneficialia, n. 315, f. 23; F. Fiumalbi, Sant'Andrea di Castro Cigoli... Cit., p. 421.

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