1209, 29 ottobre, l’Imperatore Ottone IV di Brunswick
a San Miniato
In questa pagina è proposta la trascrizione e il commento dell'atto rilasciato dall'Imperatore Ottone IV di Brunswick alla città di Siena il 29 ottobre 1209.
L’ORIGINALE. Il documento originale è conservato presso l’Archivio di Stato di Siena, Fondo Diplomatico, Diplomatico Riformagioni Balzana, Pergamena 009 – 1209 ottobre 29, casella 32. Il documento è visualizzabile on-line al seguente link >>>.
L’ORIGINALE. Il documento originale è conservato presso l’Archivio di Stato di Siena, Fondo Diplomatico, Diplomatico Riformagioni Balzana, Pergamena 009 – 1209 ottobre 29, casella 32. Il documento è visualizzabile on-line al seguente link >>>.
SPOGLIO. [Regesto ASSi] Ottone IV, volendo punire i ribelli e premiare i fedeli, riceve
i Senesi suoi devoti sotto la sua protezione e rimette loro tutti i tributi non
pagati dalla morte dell'imperatore Enrico VI fino a quel giorno. [J. F. Boehmer] Otto IV nimmt die von Siena wieder in seine
gnade, erlässt ihnen alle seit dem tode Kaiser Heinrichs nicht geleisteten
zahlungen und befreit sie vom ersatze inzwischen angerichteten schadens. San
Miniato 1209 oct. 29. [G. Tommasi] (Ottone IV) si condusse da Chiuci a S. Miniato, dove a 27. Di Ottobre
per mezzo degli Ambasciadori Sanesi, che lo havevan sempre seguitato, ricevè la
Repubblica, e tutta la città nella pienezza della grazia sua, e promesse
relassarle tutte le gravezze, e tributi soliti pagarsi agli Imperadori, ed in tutto
liberarla, pur che mandassero seco in Puglia sua gente contro a Federigo: e
pagassero i feudi decorsi dalla morte di Arrigo VI fin a quel giorno; e fù l’uno,
e l’altro partito accettato.
COMMENTO a cura di
Francesco Fiumalbi
Il 4 ottobre 1209, a Roma, il Papa incoronò
Imperatore Ottone
di Brunswick [1175-1218]. Costui era
il rivale “guelfo” di Federico II per il trono del Regno di Sicilia, lo stesso
Federico che lo priverà della corona imperiale con l’elezione a Re dei Romani
(1211).
Il documento proposto in questa pagina, datato 29
ottobre 1209, si inserisce nei giorni immediatamente successivi alla sua
incoronazione. Proprio la controversia per il Regno di Sicilia determinò lo
scoppio dello scontro con Papa Innocenzo III, fautore di Federico II. Il novello
Imperatore occupò militarmente vasti territori della Chiesa (fra cui
Montefiascone, Viterbo, Perugia e Orvieto) ed aggredì il Regno di Sicilia in
Puglia e in Campania. Fin dai primi giorni, dunque, l’Imperatore cercò di
trovare sostegno nelle città della Toscana, in particolare con Siena e Pisa (indirettamente anche con Volterra),
per poter realizzare il suo disegno politico e riunire l’Italia Meridionale con
il resto dell’Impero. Tuttavia, questa sua attività politica e militare gli varrà
l’inimicizia di Papa Innocenzo III, che lo scomunicherà il 18 novembre 1210,
segnandone il declino.
L’atto presenta motivo di interesse poiché fu redatto
presso San Miniato. Nel testo viene indicato solamente il nome del centro
abitato, San Miniato, senza ulteriori indicazioni. Per cui non sappiamo se il termine
utilizzato, apud
(vicino, presso), indichi l’effettiva
presenza di Ottone IV all’interno del castello che, a partire dal 1160-63 con l’intervento
di Federico I Barbarossa, era diventato il centro dell’amministrazione
imperiale per la Toscana. Tuttavia, ulteriori documenti, ci informano che
Ottone rimase effettivamente a San Miniato almeno fino al 4 novembre 1209,
mentre il 6 novembre successivo si era spostato a Fucecchio. Tale circostanza è
significativa, poiché alla morte del Barbarossa, San Miniato aderì alla Lega di
San Genesio (1197) e probabilmente, per un certo periodo, poté godere di una
relativa autonomia. Il passaggio e la sosta dell’Imperatore da San Miniato
segnò, dopo oltre un decennio, un netto riavvicinamento alla Corona. Verosimilmente,
Ottone si preoccupò di riattivare la funzione amministrativa e militare del
castello sanminiatese, in modo da raccordare con più efficacia la sua politica
nella regione. Di questo ne è testimonianza l'accordo sancito con i Senesi (14 dicembre 1209), i quali si obbligarono a pagare un censo annuo alla Corona da pagare entro 15 giorni dopo la Pasqua presso il castello di San Miniato. Tuttavia, la necessità di favorire gli alleati Pisani – che disponevano
di una flotta navale capace di effettuare una spedizione in Sicilia – costringerà
l’Imperatore a sacrificare l’autonomia dei sanminiatesi.
Grazie alla serie di documenti pervenuti siamo in
grado di seguire gli spostamenti di Ottone dopo la sua incoronazione: il 4 ottobre
è a Roma, il 12 ottobre è a Montefiascone, il 21 ottobre è a Siena, il 25
ottobre a Poggibonsi, il 27 ottobre è a Castelfiorentino, il 28 è nuovamente a
Poggibonsi, il 29 è a San Miniato fino al 4 novembre, fra il 6 e l’8 novembre è
a Fucecchio e a partire dal 16 novembre è attestato a Lucca. Il 20 novembre è a
Pisa, il 3 dicembre a Firenze, il 12 dicembre a Foligno.
Fonti e riferimenti bibliografici. G. Tommasi, Dell’Historie di Siena, Parte I, Venezia, 1625,
p. 198; F. Salvestrini, Il
nido dell’aquila. San Miniato al Tedesco dai Vicari dell’Impero al Vicariato
Fiorentino del Valdarno Inferiore (secc. XI-XIV), in Il
Valdarno Inferiore terra di confine nel Medioevo (Secoli XI-XV), a cura di A. Malvolti e G. Pinto, Atti del
convegno di studi 30 settembre – 2 ottobre 2005, Deputazione di Storia Patria
per la Toscana, Leo S. Olschki Editore, Firenze, 2008, p. 245.
TRASCRIZIONE. Il testo del
documento proposto di seguito è tratto da J. F. Boehmer, Acta Imperii selecta. Urkunden Deutscher Konige und Kaiser mit einem anhange von reichssachen,
Innsbruck, 1870 n. 1068, pp. 764-765.
Otto quartus divina
favente clementia Romanorum imperator et semper augustus. Imperatorie
maiestatis nostre serenitas, sicut rebelles quosque debita animadversione ducit
puniendos, ita devotos et fideles suos consueta benignitatis sue clementia
iudicat respiciendos. Quapropter notum facimus universis imperii nostri
fidelibus presentibus et futuris, quod nos inspecta ferventi devotione, quam fideles
nostri cives Senenses circa sublimitatis nostre obsequia constanter se exibent
exhibituros, ad instautem ipsorum postulationem universos et singulos in
plenitudinem gracie nostre recepimus, pie et clementer remittentes singulis et
universis omne tributum sive tributa annualia et debita, quecumque retinuerunt et
non solverunt a tempore mortis antecessoris nostri Heinrici illustrissimi
Romanorom imperatoris divi augusti usque nunc, et omnes exactiones, iniurias,
molestias, maleficia et dapna facta sive illata ubique vel quibuscumque
personis. Statuentes itaque imperiali decernimus auctoritate, quatinus predicti
fideles nostri cives Senenses non teneantur in toto vel in parte inde alicui
vel aliquibus personis de iure vel de facto aut aliquo alio modo respondere;
volumus enim et sanccimus, ut inde sint in perpetuum liberi et absoluti. Ad cuius
rei certam in posterum evidentiam presentem paginam inde conscriptam maiestatis
nostre sigillo iussimus communiri.
Datum apud Sanctum Miniatem,
anno dominice incarnationis MCCVIIII., indictione XIII., IIII. kalendas
novembris.
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Foto di Francesco Fiumalbi
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