CXXIII. Come Luccha
perdèo sua libertà e li stati che mutò. [anni
1313-1335]
Angelo
Ardinghi, disegno tratto dall'originale
del Sercambi,
conservato all'Archivio di Stato di Lucca
Edito in Salvatore
Bongi (a cura di), Le Croniche di
Giovanni Sercambi, Vol. 1, Tip. Giusti,
Lucca, 1892, p. 84.
Pubblicazione
ai sensi L. 22 aprile 1941, n. 633, art. 70.
Contato il modo come Luccha è stata ricomunichata, tornerò a narrare
socto brevità dal principio che Luccha perdèo sua libertà, sino al dicto die
che tale ricomunicha si dide, & dapoi seguirò a dell' altre cose.
Dichiarando che l' anno di .MCCCXIII. Uguiccione della Fagiuola a petitione del
comune di Pisa ebbe Luccha, & quella rubbò e simile fu rubbato il tezoro
del papa che era in san Frediano. Dapoi il conte Rainieri e 'l conte Gaddo di
Pisa rimaseno signori di Pisa et di Luccha. E in .MCCCXIIII. Castruccio
Interminelli di Lucha fu signore di Luccha, e quella tenne fine che morìo in
.MCCCXXVIII, et in nel .XXII. fé' fare lo castello dell'Agusta in Luccha. E più
dico che il dicto Chastruccio fu signore di Pisa, Pistoia, Luni, Samminiato
& fine presso a Firenza a cinque milia. E simile fu senatore di Roma, &
molte altre cose si potre' di lui scrivere notabili che fecie, m' a non fare
troppo sermone di lui, non si noteranno. Ma torno che morto che fu il dicto
Castruccio, Arrigo suo figluolo corse Luccha e fèsi signore.
[omissis]
Salvatore Bongi (a cura
di), Le Croniche di Giovanni Sercambi,
Vol. 1, Tip. Giusti, Lucca, 1892, pp. 84-86.
Nessun commento:
Posta un commento