CLXXXVI. Chome lo
'mperadore ritornò da Roma a Luccha e menò il cardinale. [anno 1369]
Angelo
Ardinghi, disegno tratto dall'originale
del Sercambi,
conservato all'Archivio di Stato di Lucca
Edito in Salvatore
Bongi (a cura di), Le Croniche di
Giovanni Sercambi, Vol. 1, Tip. Giusti,
Lucca, 1892, p. 154.
Pubblicazione
ai sensi L. 22 aprile 1941, n. 633, art. 70.
Tornando lo' imperadore a Luccha et con lui messer Guidone cardinale,
e venendo di verso Saminiato li Lucchesi che erano stati mandati a Saminiato,
si ridussero collo 'mperadore et venero verso Luccha e intrònno per porta santi
Cervagi, a dispecto delle guardie Pisane che quine erano, & ridussensi in
castello collo imperadore. Et prima che di quine si partisseno, comandò lo
'mperadore a' Pisani che governavano Luccha, che non ardisseno tocchare alcuno
ciptadino di Luccha; et così si assegurò ciascheduno Lucchese.
Essendo lo 'mperadore riposato alquanti dì, per alcuno ciptadino di
Luccha, nome Davino Castellani, fu facto alcuna petitione, la quale parla in
figura di Luccha; et quella fu portata dinanti allo 'mperadore insieme col
dicto Davino lohanni Sercambi di Luccha, & quella in nella sua propria mano
dienno. Alla quale per lo 'mperadore fu risposto che molto li era a grado tal
dimanda. Il tinore di quella di socto si fa mentione.
Salvatore Bongi (a cura
di), Le Croniche di Giovanni Sercambi,
Vol. 1, Tip. Giusti, Lucca, 1892, p. 154.
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