DCI. Come lo vescovo
luogotenente del duga mandò lettore a Luccha. [anno 1399]
Avendo messer Antoniuolo Porro e 'l vescovo e li altri nomati, a
pititione del duga di Milano, preso il dominio di Pisa e delle fortezze,
mandònno per fante propio una lèttora al comune di Luccha, notificando la
prezura della dieta ciptà in segno d' allegrezza a dì .XXI. ferraio in 1399. E
i singnori antiani e 'l consiglio di Luccha, ricevuta la Lèctora et data la
risposta al famiglio, al quale fu donato in segno d'allegrezza una pessa di
drappo allexandrino, e ritornosi a Pisa.
Sentendo i Fiorentini come il duga di Milano avea preso e corsa la
ciptà di Pisa per lo modo dicto, ebero di tal facto amiratione, dubitando per
tal presura essersi intorniati dalle forse del dugha che a loro fusse pericolo,
e magiormente di non pòtere le mercantie e victuagle che si conducono per mare,
avere, né quelle potere scaricare. E per potere a ciò riparare diliberònno che
tucte loro genti da piè e da cavallo si riducessero a Saminiato, e mandarono a
Luccha du imbasciadori in modo di commissari a ordinare con Lucchesi quello che
dovesse essere bene della comunità di Firenza. E quelli giunti a Luccha, raprescntati
a' singnon antiani, narrando alcuna parte della loro inbasciata, dicendo :
Lo comune di Firenza à preso per pentieri di volere abandonare sé per
difender Luccha e che i Lucchesi stiano contenti a non dubitare del dominio del
duga preso di Pisa, che bene si riparrà a tucto. E questo fu la prima loro
ambasciata.
[omissis]
Salvatore Bongi (a cura
di), Le Croniche di Giovanni Sercambi,
Vol. 2, Tip. Giusti, Lucca, 1892, pp. 258-259.
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