CCCCXXIII. Come lo comune
di Luccha mandò genti da piedi alla guardia di Saminiato [anno 1397]
Angelo
Ardinghi, disegno tratto dall'originale
del Sercambi,
conservato all'Archivio di Stato di Lucca
Edito in Salvatore
Bongi (a cura di), Le Croniche di
Giovanni Sercambi, Vol. 1, Tip. Giusti,
Lucca, 1892, p. 369.
Pubblicazione
ai sensi L. 22 aprile 1941, n. 633, art. 70.
E perche di Saminiato aveano avuto quella novità di prima e avendone
dilevate le brigate, scrissero a Lucha che piacesse di mandare alla guardia di
Saminiato quanta gente Luccha potea, o da cavallo o da piedi. E ben sapeano i
Fiorentini che Luccha era tucto di cavalcata e dannegiata, e nondimeno per li
anthiani e 'l comsiglo di Luccha fu ordinato che alla guardia di Sanminiato vi
si mandasse .LX. fanti e di quelli fusse capo ser Simo da Corsanico. E così
seguio che il dicto ser Simo andò là, e tanto vi steo fine che Lucha perdeo
Castelvechio e la Badia di Sexto di Compoto, che per li Pisani fu preso chome
si conterà in altra parte.
Avendo lo comune di Fiorensa avuto tanto danpno, et avendo tucte suoi
genti di soldo da cavallo e da pie rannate in uno luogho a Firenza, e simile
quelle di Bologna e d' amici, mettendoli a' luoghi più acti a sua difesa e alla
'ncontra delle genti nimiche, le diete genti sentendo tale asembramento, ordinò
il conte Alberigho partirsi sensa alcuno impedimento. E come maestro di guerra,
a suo tempo mosse campo, cacciando fuocho; e tornarsi verso Siena con tucti
pregioni e prede che aveano prese. E andònone salvi e molto lassarono disfacti
i luoghi ov'erano stati; e fu il danno inextimabile. E di vero, più di .CCC.
pregioni funno i presi, tucti homini da far rimedire; fra' quali funno molti
ciptadini di Firenza, li quali si trovònno in ne' palazzi nomati. Et cosi
cominciò Fiorenza a sentire dell'arzioni che à sentito et che sente Luccha. E
con tuto ciò non si muove a dannegiare lo terreno di Pisa.
Salvatore Bongi (a cura
di), Le Croniche di Giovanni Sercambi,
Vol. 1, Tip. Giusti, Lucca, 1892, pp. 369-370.
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