L'area di Piazza Martiri della Libertà a Pisa, un tempo era occupata dal
monastero di San Lorenzo, ceduto poi gratuitamente alla comunità pisana dal
"restaurato" Granduca
Ferdinando III nel 1815. Immediatamente si costituì una prima
deputazione affinché, al posto del cenobio, trovasse posto un'ampia piazza da
destinare al "passeggio". Tuttavia, una serie di vicissitudini
imposero, fra il 1826 e il 1828, la costituzione di una nuova deputazione, di
cui fece parte Alessandro Gherardesca a cui si deve il progetto planimetrico
della sistemazione della piazza (1).
Nel frattempo, nel 1824, Leopoldo II era
diventato il nuovo Granduca, succedendo al padre morente. La Toscana, dopo la
parentesi napoleonica, fu interessata da un graduale processo di ammodernamento, accompagnato da una vera e
propria operazione d’immagine da parte di Ferdinando III e Leopoldo II. La
celebrazione dei due granduchi in quanto monarchi illuminati, attenti alle
istanze della propria gente, che si tradusse in un avvicinamento simbolico
della figura del granduca verso i suoi sudditi-cittadini, attraverso la
riproposizione della grande scultura celebrativa. Un’operazione questa, che
sembra essere ripresa dalla scultura sacra, dove il contesto spaziale religioso
viene sostituito dalla piazza, ovvero il centro della nuova ritualità
cittadino-borghese. Un tentativo di instaurare una sorta di venerazione civica
collettiva.
Ne sono esempi le statue di Ferdinando III a Livorno in Piazza della Repubblica opera di Francesco Pozzi e ad Arezzo in Piaggia del Murello realizzata da Stefano Ricci. Il figlio Leopoldo II
non fu essere da meno: a Livorno in Piazza della Repubblica realizzata da Paolo Emilio
Demi (poi sostituita con un’altra di Emilio Santarelli), a Grosseto in Piazza Dante scolpita da Luigi Magi, a Pietrasanta in Piazza del Duomo di Vincenzo Santini, a Larderello in Piazza Leopolda. Infine, fece innalzare la statua al nonno Pietro
Leopoldo, a Pisa in Piazza Martiri della Libertà,
realizzata da Luigi Pampaloni nel 1833. Dello stesso autore anche la statua a San Miniato in piazza Buonaparte.
Pisa, Piazza Martiri della Libertà, 1833
Foto di Francesco Fiumalbi
La nuova deputazione, pubblicò nel 1829 il manifesto
di sottoscrizione per la realizzazione della statua a Pietro Leopoldo, di cui si
propone il contenuto:
Estratto
da Antologia, Giornale di Scienze,
Lettere, e Arti, anno IX, vol. XXXV (35), Vieusseux, Firenze, luglio 1829,
pp. 171-172.
Statua a
Pietro Leopoldo I Gran-Duca IX di Toscana.
La memoria de' Principi i quali ben meritarono della
umanità , è scritta in caratteri, che il tempo non può cancellare, nelle
opere loro.
La immortalità del nome del Gran-Duca Pietro
Leopoldo I sembra riposare sicura, maestosa, e di sé sola contenta sul prezioso
deposito delle sue leggi , sul quale la mano della giustizia ha già
scritto « Ei
visse ai desideri del Popolo, poco: a quel che fece abbastanza: alla memoria
del fatto, per sempre ». Quelle
Leggi o penali o civili o amministrative che esse siano, formano un titolo di
gloria nazionale toscana : onde gli AUGUSTI SUOI SUCCESSORI le reputarono il
più bel gioiello del loro reale diadema; e loro mercé, gli avventurati
abitatori di questo paese forman pur sempre un popolo unico nella storia ,
ricco , laborioso, tranquillo, ed esempio di social disciplina.
Ma la gratitudine ha doveri più grandi di quelli che
l'ammirazione possa inspirare, e Pisa, la quale in tempo delle miserie
pubbliche che angustiavano il suo territorio, eresse a FERDINANDO I una Statua
come monumento della sua gratitudine ai benefizi onde quel buon Principe l'avea
ricolma, scorgeva in essa un rimprovero, quasi dimenticati avesse i molti, che,
se non più grandi, non certamente meno importanti avea conseguiti da Pietro
Leopoldo I; né potea riflettere senza rammarico che tutto nelle sue campagne
attestasse le liberalità del Principe, e nulla o in campagna o in
città rammentasse la propria riconoscenza.
Questo sentimento di tutti i cuori pisani bei fatto in
essi nascere il desiderio di erigere una statua al Gran-Duca Pietro Leopoldo I,
e quel desiderio è cresciuto successivamente a progetto, dopoché gli
abbellimenti fatti per opera di zelanti e benemeriti cittadini nella Piazza di
Santa Caterina della loro Città, parvero spontaneamente indicare il luogo nel
quale dovea essere la Statua inaugurata a quel grande.
Il progetto di una Statua al Gran-Duca Pietro Leopoldo
L non può non essere un progetto toscano, qualunque sia il luogo ov'ella si
eriga , e i sottoscritti incaricati di vegliarne la esecuzione, lo annunziano
come una impresa alla quale tutti i cuori toscani vorranno applaudire.
La Statua sarà costrutta in marmo : di grandezza
oltre il naturale : non equestre : atteggiata e decorata come a pacifico
Legislatore si conviene : collocata sopra a gran piedistallo , su i quattro
lati del quale saranno in basso-rilievo storiati i fatti reputati i più
caratteristici del regno e dell'Amministrazione di quel Gran Principe, colla
corta leggenda AL GRAN-DUCA PIETRO LEOPOLDO I QUARANTA ANNI DOPO LA SUA MORTE.
Sarà fatto della Statua un disegno in
litografia, il quale servirà di frontispizio a un opuscolo a stampa , in
cui verranno spiegati i bassi-rilievi, e sarà data una descrizione esatta di
tutti gli accessorj del monumento , non meno che il novero dei nomi di tutti
quelli, che alla spesa contribuirono. L'opuscolo sarà a tutti i
contribuenti distribuito gratis.
Le firme originali di ciascun contribuente in pie
delle copie autenticate del presente Manifesto saranno obbligatorie fin dal
momento della loro apposizione ; ma non verrà il giorno del pagamento
delle somme che esprimono, finché il loro coacervato non pareggi la spesa a
norma de' contratti da convenir cogli artefici.
Le somme del respettivo contributo saranno pagabili in
due rate eguali, l'una entro l'anno 1830, l'altra nel successivo 1831. L'avviso
del pagamento e del luogo ove deve essere effettuato sarà trasmesso con firma
originale del Segretario della Deputazione incaricata di presiedere a
quest'opera.
Pisa, 7 Settembre 1829.
I Deputati
Conte Cav. Giovan Francesco Mastiani Brunacci.
Cav. Professor Giovanni Carmignani.
Avv. Angiolo Minetti.
A. Rosselmini Gualandi
Segretario.
Pisa, Piazza Martiri della Libertà, 1833
Foto di Francesco Fiumalbi
L'incarico di realizzare il simulacro fu inizialmente
conferito allo scultore Lorenzo Bartolini, che tuttavia fu costretto a rinunciare per i
numerosi cambiamenti che la commissione aveva proposto per i suoi due bozzetti
(2). La deputazione assegnò, quindi, il lavoro a Luigi Pampaloni:
"... udito il grido di
celebrità nato in Firenze sulle due statue recentemente scolpite dal sig. Luigi
Pampaloni (Filippo Brunelleschi e Arnolfo di Cambio, collocate
il 21 giugno del 1830, n.d.r.), in
seguito delle istanze dal medesimo avanzate a vari componenti della commissione
per essere prescelto all'esecuzione della statua da innalzarsi alla gloriosa
memoria del Gran Duca Pietro Leopoldo I, Essi adunati deliberarono
all'unanimità di nominarsi ed elleggersi il detto sig. Pampaloni in scultore
per la statua della quale si tratta..." (3).
Il contratto fu firmato il 30 giugno 1830 e Luigi
Pampaloni preparò un bozzetto in gesso, che nel luglio successivo sottopose al
giudizio di numerosi docenti dell'Accademia di Belle Arti di Firenze, che ne
stabilirono l'approvazione. Il 10 agosto 1830, la deputazione adunata approvò
all'unanimità il modello e incaricò Alessandro Gherardesca di far fare un disegno da sottoporre al regio censore (4).
L'opera fu portata a termine da Luigi Pampaloni, come stabilito dal contratto,
dietro il pagamento di 3500 scudi toscani (5).
Pisa, Piazza Martiri della Libertà, 1833
Foto di Francesco Fiumalbi
Quella di Pietro Leopoldo è una statua “togata”
(cioè “vestita” con la toga), e riprende tale configurazione dalla statuaria
antica romana. La caratteristica principale della figura, è la sua dignità, la
sua intelligenza, predisposta per l’interesse collettivo, nell’ideale allusione
ai fasti degli antichi e alle conquiste degli antichi, sia in campo artistico
che in quello intellettuale. Il Granduca ha una spalla e parte del torace
scoperti, come nella scultura aretina realizzata da Stefano Ricci nel 1822, e
raffigurante Ferdinando III. Tuttavia il significato di ideale intellettuale
quale far tendere il sovrano illuminato, è ben rimarcato dal bastone del
comando che, attraverso la mano destra, è appoggiato sui volumi contenenti le
leggi. Aspetto questo, ulteriormente sottolineato dai bassorilievi incastonati
nel basamento (disegnato da Alessandro Gherardesca), realizzati da Emilio
Santarelli e da Temistocle Guerrazzi e allusivi all'attenzione per
l'agricoltura, al commercio e per le arti (6).
Pisa, Piazza Martiri della Libertà, 1833
Foto di Francesco Fiumalbi
Temistocle Guerrazzi, Protezione delle arti, bassorilievo
Temistocle Guerrazzi, Protezione delle arti, bassorilievo
Pisa, Piazza Martiri della Libertà, 1833
Pisa, Piazza Martiri della Libertà, 1833
Foto di Francesco Fiumalbi
Pisa, Piazza Martiri della Libertà, 1833
Foto di Francesco Fiumalbi
RIFERIMENTO
BIBLIOGRAFICI:
(1)
http://www.sbappsae-pi.beniculturali.it/index.php?it/271/la-creazione-di-piazza-santa-caterina
(2) Archivio di Stato di Pisa, Comune di Pisa, F., f. n. 92, f. 578,
Adunanza del 29 aprile 1830; cfr. E. Marconi, La statua di Leopoldo II in San Miniato ed altri monumenti di Luigi
Pampaloni, in Bollettino dell'Accademia degli Euteleti della Città di San
Miniato, n. 75, 2008, p. 133, n. 19.
(3) Archivio di Stato di Pisa, Comune di Pisa, F., f. n. 92, f. 578,
Adunanza del 24 maggio 1830; cfr. E. Marconi, La statua di Leopoldo II... cit., p. 133, n. 20.
(4) Archivio di Stato di Pisa, Comune di Pisa, F., f. n. 92, f. 578,
Adunanza del 10 agosto 1830; cfr. E. Marconi, La statua di Leopoldo II... cit., p. 133, n. 21.
(5) Archivio di Stato di Pisa, Comune di Pisa, F., f. n. 92, f. 578, Prospetto storico ed economico 1834, p.
5; cfr. E. Marconi, La statua di Leopoldo
II... cit., p. 133, n. 20.
(6) E. Marconi, La statua di Leopoldo II... cit., pp. 134-135; S. Renzoni, La scultura, in L'immagine immutata. Le arti a Pisa nell'Ottocento (a cura di R. P.
Ciardi), Pacini Editore, Pisa, 1998, p. 87; A. Gherardesca, Monumento a Pietro Leopoldo I Granduca di
Toscana eretto in Pisa. Pubblicato per cura di Alessandro Gherardesca,
Pisa, 1833.
A parte la piazza Martiri e i suoi bellissimi monumenti, mi spiace molto dirlo ma Pisa in quanto a pulizia e decenza delle strade e delle abitazioni lascia alquanto desiderare......
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