DLXXIII. Come funno presi
alquanti di Pisa a tradimento. [anno 1398]
Angelo
Ardinghi, disegno tratto dall'originale
del Sercambi,
conservato all'Archivio di Stato di Lucca
Edito in Salvatore
Bongi (a cura di), Le Croniche di
Giovanni Sercambi, Vol. 2, Tip. Giusti,
Lucca, 1892, p. 182.
Pubblicazione
ai sensi L. 22 aprile 1941, n. 633, art. 70.
Sentito il comune di Firenza l' ordine dato, segretamente mandò le
brigate a' passi, e messer Iacopo ordinò mandare a fornire l'ambasciata; et
elesse Lucha da Chanale chapitano di parte della gente d'arme di Pisa con più
di .C. cavalli e ben .CCC. fanti; la magior parte homini del contado di Pisa.
Li quali chavalcòno e passano li aguàiti de' Fiorentini. Et entrati dentro dal
dicto chastello [Barbialla] più di .C. fanti e
più di .CL. chavalli, essendo dentro le genti fiorentine forti, i dicti entrati
funno tucti presi. Di che quelli che erano rimasi di fuori, acorgendosi esser stati
traditi, non andònno più su, ma dando volta per ritornare. L' aguàito
fiorentino si scoperse e molti di quelli di Pisa funno presi. E così andò la
cosa di tal trattato, e questo fu a dì .II. del mese di magio in 1398.
O messer Iacopo d' Appiano, che se' così gran maestro di tradimenti,
come non considerasti il tradimento che a te si porca fare? E a questo tracto
ài trovato di quelli che a tali tradimenti t'anno travalicato e anno avuto più
senno di te; et lo male torna a' tristi che sono stati presi. Moltipricando li
tradimenti e battaglie, arsioni, micidii e rubbarie in questa misera patria di
Toscana e di Lombardia, la quale insieme co l'altre provincie d'Ytalia sono
dota della Chieza di Roma e del serenissimo principo e imperadore, essere oggi in
1398 così miseramente abandonata, lassando ciascuno paeze et ciptà insieme
disfarsi e comsumare. Per le quali cose l' amore cileste e l'altro della patria
mi muove a invochare della dieta miseria di Toschana e Lombardia e dell' altre
terre d' Ytalia, l'altissimo Dio, lo quale è colui che può tucte le pene delli aflicti
levare, cominciando così come di socto si conterà.
Salvatore Bongi (a cura
di), Le Croniche di Giovanni Sercambi,
Vol. 2, Tip. Giusti, Lucca, 1892, pp. 182-183.
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