CLXV. Come lo signore di
Pisa fé' fare signori li figluoli piccioli. [anni
1366-1368]
Angelo
Ardinghi, disegno tratto dall'originale
del Sercambi,
conservato all'Archivio di Stato di Lucca
Edito in Salvatore
Bongi (a cura di), Le Croniche di
Giovanni Sercambi, Vol. 1, Tip. Giusti,
Lucca, 1892, p. 131.
Pubblicazione
ai sensi L. 22 aprile 1941, n. 633, art. 70.
[omissis]
Multiplicando la superbia e la pompa del dicto messer lohanni signore,
et acrescendoli la sete della avaritia, per volere fare mobile, dispuose in
Pisa & in Lue ha che si facesse componitione, poi che la segha era spirata,
e che di nuovo ogni uno si componesse quello che volea ongni anno pagare a'
dicti signori. E perchè non bizogna contare quello che Pisa pagava, dirò solo
del modo di Luccha, lassando quella parte che toccha a Pisa. E prima dico che
il dito messer lohanni dell'Angnello costrinse ciascuno Lucchese a doversi conpuonere,
e di tal volere ne fé' a Ghirardo dell'Angnello rectore di Luccha comandamento,
per lo qual comandamento il dicto Ghirardo fé' comandamento
che ciascuno Luchese si dovesse compuonere col signore di Pisa.
E acciò che in perpetuo si sappia chi è stato contrario a Luccha, si
dicie, che avendo Ghirardo electo Nicolao Genovardi di Luccha, chamarlingo
delie imposte & colte che per lo dicto Ghirardo si faceano, il dicto
Nicolao, essendo in nei chasteilo, quando alcuno ciptadino andava per
compuonersi col dicto Ghirardo rectore, il predicto Nicolao dicea: costui può
fiorini .L. & a questo modo si convenia compuonere; intanto che ciaschiduno
Luchese pagava la metà più che non era il suo podere. E tutto questo procedea
dal dicto Nicolao. E per questo modo convenia che ongni Luchese fusse charicato
più che non potea. E non parendo ad alcuni ciptadini doversi compuonere, stando
fermi, fu a' dicti comandato il balestro e chavalcarono a Pisa.
E quine erano l' imbasciatori di Saminiato, i quali erano venuti per
assegnare & dare Sanminiato a' dicto messer lohanni dell'Agnello, e venne
facto che vi si trovorno tra Pisani & Lucchesi & del contado di Pisa
& di Lucha, con l' arme, più di .XXX.M; dicendo il dicto signore
che lui era potente a potersi difendere da Firenza. Et per questo modo ebbe
Sanminiato e la sua corte. E ritornati i ciptadini a Luccha convennero
compuonersi come piaque a Ghirardo rectore.
Salvatore Bongi (a cura
di), Le Croniche di Giovanni Sercambi,
Vol. 1, Tip. Giusti, Lucca, 1892, pp. 131-134.
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