DXIII. Chome la gente di
Pisa cavalcò intorno a Luccha ardendo e rubando. [anno 1397]
Angelo Ardinghi,
disegno tratto dall'originale
del Sercambi,
conservato all'Archivio di Stato di Lucca
Edito in Salvatore
Bongi (a cura di), Le Croniche di
Giovanni Sercambi, Vol. 2, Tip. Giusti,
Lucca, 1892, p. 51.
Pubblicazione
ai sensi L. 22 aprile 1941, n. 633, art. 70.
Avendo veduto io comune di Pisa e messer Iacopo d'Appiano lo danno che
il comune di Fiorenza avea facto in sul terreno di Pisa, e vedendo le brigate
fiorentine essersi ritraete a rietro, e sapendo che in Luccha non avea homini
molti d'arme, e simile vedendo che il comune di Fiorenza al bizongno è tardo a
mandare genti a Luccha, diliberònno i dicti Pisani di tal danno sopra di Luccha
vendicarsi. E come diliberònno missero in eftecto, che a di 27 sectcmbre le
brigate lusserò im pulito. E questo sentendo il collegio di Luccha, mandò
lettore a Fiorenza che mandasero gente a difesa, e niente giovò, che il dicto dì
cavalcarono le genti di Pisa da cavallo in numero .CCCC, et fanti .V.C
et entrarono da Santa Maria del giudici e per la via da Calci, ardendo la
maggior parte delle infrascripte ville: cioè Verciano, Massamacinaia, Vorno,
San Iusto, Sancolombano, Sanpiero da Còmpoto, Santo Andrea, e tucto di là da
Ozori verso i lago di Sexto Venendo, ardendo Guamo, Coselli, Mugliano, Santa
Margarita, San Filipo, Sorbano, Sanpaulo, San Vito, Capainori, Lunata, Lamari,
Marlia, Salissimo, Santangioro, l'Acquacalda, l'Anontiata, Montuolo. Et così
circuitteno tucto Luccha ritornandosi in Valdiserchio, sempre ardendo, pigiando
pregioni et bestiame, sensa avere alcuno contasto. E posto che in Luccha fusse
delle genti fiorentine lance .CXL., a volersi trovare con nimici non si
trovònno cavalli .C. Ora questo mostra chi specta tal soccorso. Et essendo in
Luccha gomfalonieri di giustitia ìohanni Sercambi, el collegio col comsiglio
diliberònno mandare a Firenza
imbasciata, oltra quella che v'era, per vedere la intentione de' Fiorentini et
ricordare i danni ricevuti per non avere avuto l'aiuto presto, e quello che
ancora si può ricevere, se prestamente non mandano brigate grosse. Et per fare
tale imbasciata fu electo ser Simone Alberti et Stefano di Iacopo di Poggio, li
quali andònno a di .XXVIII. settembre con una nota et pienamente Uniformati
della 'ntentione di Luccha. E come funno partiti di Luccha e cavalcando,
sopragiunse a Luccha Paulo Orsini con circha cavalli .CCC., li quali vennero
per dannificare Pisa. E giunti che furono, sperando ristessero, subito si
scripse a tucto il contado di Luccha che con tucte armi comparisseno a dì .XXVIIII.
sectembre a Luccha. E simile si scripse a Bernardone chapitano Fiorentini che
li piacesse, oltra le diete brigate, mandare almeno lande .CC. con intentione
d'ardere e dannificare lo contado di Pisa. Or quello che seguio vi dicho, non
che Bernardone mandasse più brigate, ma il dicto Paulo Orsini lo dicto di .XXVIIII.
settembre si partìo colla sua brigata e ritornòsi a Saminiato. Per la qual cosa
il colleggio e 'l comsiglio di Luccha diiiberònno mandare al dicto Bernardone e
alli altri capitani imbasciaria con imbasciata
di condurcre a Luccha quanta brigata si potea; et così cavalcò là Iohanni Ser
Nicolai et Iannocto caporale della brigata di Sangiorgio piciolino, per potere
mecterc in effecto lo dannificare Pisa; e iti a dì 29 settembre a tardi e
giunti a Saminiato, ebero dal dicto Bernardone che mandere Iohanni Colonna et
Paulo Orsini colle loro brigate. E cosi si partiono e vennero a Luccha a di
primo octobre in 1397 e sposarono intorno a Luccha. Ai quali caporali fu donato
drappi e vigiliti, orso, pane, vino, cera et carni. E così dimorònno tucto quel
dì, sempre Luccha facendo aparechiare brigate et victuagla, ordinando il
danegiare Pisa e vendicarsi del danno ricevuto.
Salvatore Bongi (a cura
di), Le Croniche di Giovanni Sercambi,
Vol. 2, Tip. Giusti, Lucca, 1892, pp. 51-53.
Nessun commento:
Posta un commento