L'ANNUNCIAZIONE
DI TERRACOTTA SMALTATA IN VIA CARDUCCI A SAN MINIATO
SCHEDA
SINTETICA
Oggetto:
Immagine sacra, tipo iconografico “Annunciazione”
Luogo:
San Miniato, via Giosuè Carducci
Tipologia:
Terracotta smaltata
Tipologia
immagine: terracotta dipinta e smaltata
Soggetto:
Madonna “Nunziata”
Altri
soggetti:
Arcangelo Gabriele, Spirito Santo
Autore:
Sconosciuto
Epigrafe:
NO
Indulgenza:
NO
Periodo:
1710
Riferimenti:
nessuno
Id:
APSM-ISVP-008
DESCRIZIONE
Da
Piazza Grifoni, scendendo in direzione de Le Colline e oltrepassato
il luogo dove un tempo si ergeva l'antica Porta
di Ser Ridolfo,
si incontra, sul lato settentrionale di via Carducci l'organismo
architettonico che fino ad un paio di secoli fa ospitava il convento
di frati agostiniani annesso alla chiesa della SS. Annunziata. La
chiesa era stata fondata dall'omonima compagnia nel 1383
e nel 1522 fu donata alla congregazione dei Agostiniani di Lecceto
perché vi costituisse una comunità. La chiesa, costruita sul finire
del '600, consacrata nel 1698 dal Vescovo
Michele Carlo Visdomini Cortigiani,
ma completata nell'apparato decorativo entro i primi due decenni del
'700, ha mantenuto fino ad oggi la sua funzione di luogo sacro, a
differenza della vicina chiesa
della Crocetta.
Diverso il discorso della comunità religiosa, costretta ad
abbandonare il convento a seguito della soppressione napoleonica dei
primi anni del XIX secolo. L'edificio ex-convento, in parte oggi è
adibito ad attività sociali e assistenziali, in parte fu venduto a
privati e ridotto in varie abitazioni. Sul muro che si affaccia sulla
strada di una di queste abitazioni, si trova l'immagine che raffigura
l'episodio dell'Annunciazione richiamando, evidentemente, il titolo
della chiesa e del convento, realizzata in terracotta dipinta e
smaltata nell'anno 1710.
Il
manufatto è molto semplice, ha la dimensione di un piccolo stemma, e
non sembra possibile stabilire con certezza se la sua collocazione
attuale coincida con quella originaria. E' probabile anche che fosse
collocato all'interno o anche in un altro luogo. Da un punto di vista
stilistico è un'opera di scarso pregio, probabilmente realizzato con
uno stampo per quanto riguarda la forma, decorato da mano inesperta
per quanto riguarda l'immagine sacra vera e propria. Indubbio è
invece il suo valore storico dal momento che l'elemento è datato al
1710 e, dunque, ha oltre 300 anni.
Iconograficamente,
l'immagine è perfettamente rispondente alla tradizione dell'episodio
dell'Annunciazione così come è stato rappresentato a partire dai
secoli del basso medioevo.
L’episodio
dell’Annunciazione,
molto conosciuto, è tratto dal Vangelo di Luca:
“Nel
sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della
Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo
della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava
Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il
Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si
domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non
temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai
un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e
chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di
Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il
suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è
possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito
Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza
dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato
Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua
vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei,
che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora
Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me
quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.” Luca
1,26-38
La
scena avviene in un ambiente interno, precisamente in una camera,
come si evince dall’elegante baldacchino che sbuca sulla destra,
dietro la Madonna.
La
Vergine appare con sembianze giovanili, come da tradizione, e intenta
nella preghiera sostando su di un inginocchiatoio, dove sono
collocate le Sacre Scritture, proprio quelle scritture dove viene
annunciata la profezia messianica. Ed ecco che appare l’Arcangelo
Michele, con due ali, sospeso su una soffice nuvola. In alto fa il
suo ingresso sulla scena una colomba: è il simbolo dello Spirito
Santo, per mezzo del quale si compie il miracolo dell’Immacolata
Concezione, preannunciato, appunto, nell’episodio
dell’Annunciazione.
L’angelo
tiene in mano un mazzo composto da cinque gigli bianchi. Il bianco
come noto è simbolo di purezza, mentre i gigli dovrebbero
rappresentare la purezza di Maria.
Dal canto suo,
Maria, appare serena e devota al cospetto dell’angelo. Il suo
sguardo volge al basso in segno di rispetto e con la mano sinistra
sembra far cenno di accoglienza.
L'Annunciazione del convento della "Nunziatina"
San Miniato, via Giosué Carducci, terracotta invetriata e smaltata
Foto di Francesco Fiumalbi
L'Annunciazione del convento della "Nunziatina"
San Miniato, via Giosué Carducci, terracotta invetriata e smaltata
Foto di Francesco Fiumalbi
L'Annunciazione del convento della "Nunziatina"
San Miniato, via Giosué Carducci, terracotta invetriata e smaltata
Foto di Francesco Fiumalbi
San Miniato, via Giosué Carducci, terracotta invetriata e smaltata
Foto di Francesco Fiumalbi
L'Annunciazione del convento della "Nunziatina"
San Miniato, via Giosué Carducci, terracotta invetriata e smaltata
Foto di Francesco Fiumalbi
L'Annunciazione del convento della "Nunziatina"
San Miniato, via Giosué Carducci, terracotta invetriata e smaltata
Foto di Francesco Fiumalbi
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