Estratto
da G. Piombanti, Guida della Città di San Miniato al Tedesco. Con
notizie storiche antiche e moderne,
Tipografia M. Ristori, San Miniato, 1894, pp. 113-116.
[113]
MONASTERO
DI S. PAOLO
L’abate
Giovanni Lami e il proposto Conti raccontano che questo monastero lo
fondò per le clarisse Margherita Portigiani coi beni suoi in onore
dell’apostolo S. Paolo. A far questa fondazione l’illustre
benefattrice venne autorizzata con bolla di Urbano VI del 1379, a
quanto sembra. Per la qual cosa il monastero di S. Paolo sarebbe
sorto dopo quello di S. Chiara, perché [114]
Urbano VI fu papa dal 1378 al 1389. Ed uno dei principali motivi
della fondazione di questo secondo monastero di clarisse a S.
miniato, si fu che quelle di S. Chiara, quando per cagione delle
guerre e delle scorrerie delle soldatesche, si vedessero malsicure o
pericolanti, avessero in S. Paolo un sicuro luogo di rifugio, finché
tranquillamente al loro monastero non potessero tornare. Esso ebbe
vita fino all’anno 1808. Ai 21 maggio di quest’anno, dice il
Conti, il demanio del governo francese occupò il convento ed i beni,
riunendo le monache a quelle di S. Chiara; ma siccome per fortuna
viveva ancora fra loro una Buonaparte, avendo essa ricordo a
Napoleone I, il 24 aprile 1809 furono restituite al convento di S.
Paolo e nel possesso dei loro beni. Morta la Buonaparte il convento
fu di nuovo soggetto alla soppressione. Dal 1817 al 1827 vi stettero,
come abbiamo detto, i minori conventuali, finché il loro grande
convento non fu restaurato. Usciti i francescani, comprò questo
monastero per novecento scudi mons. Pietro Bagnoli, e, ridottolo ad
abitazioni, colla famiglia sua vi tornò, affittando il resto.
L’esempio non fu bello. E poi, come a tutti ha già dimostrato
l’esperienza, l’acquisto dei beni di chiesa non ha mai portato
fortuna. – L’anno 1889, per iniziativa del vescovo zelantissimo
mons. Del Corona, alcuni benefattori dagli eredi Bagnoli quasi tutto
il monastero comprarono, [115]
riducendolo presso a poco al primiero suo stato, affinché tornassero
a pregarvi e a cantarci le lodi del Signore quelle figlie del
poverello d’Assisi, le quali, quantunque reiette dal mondo, che
nemmeno conosce il suo vero interesse, pur sopra di lui fanno
discender copiose le benedizioni celesti. Alcune clarisse infatti,
uscite da S. Chiara, vennero a prenderne possesso e ad abitarlo; ed
anco vi aprirono un numeroso asilo pei piccoli figli del popolo, del
quale il popolo stesso è soprammodo contento. – La sua chiesetta,
la cui volta è tutta ornata, e dipinta con santi francescani, ha tre
altari. Sul maggiore sta un quadro rappresentante la conversione di
S. Paolo, cui è dedicato, coi santi Pietro, Francesco e Chiara. Nel
mezzo di questo quadro, in una nicchia coperta, si conserva e si
venera un’immagine della Madonna col bambino, fatta di carta pesta
a mezzo rilievo, che prima stava in corridoio del monastero. Alquante
religiose, in tempi diversi, da varie e gravi malattie afflitte, alla
sua intercessione con viva fiducia ebbero ricorso, e la grazia
ottennero della guarigione perfetta. Dall’autorità ecclesiastica
di queste segnalate grazie si fece regolare processo, e il vescovo di
Lucca Alessandro Guidiccioni, il 7 novembre 1619, quella taumaturga
immagine in detto altare solennemente collocava perché avesse
maggior venerazione e culto. Gli altri due altari sarebbero dedicati
a S. Antonio [116]
di Padova e a S. Bonaventura, ma non ci sono le loro immagini. Havvi
in fondo una tavola col Crocifisso, S. Paolo, S. Francesco e S.
Chiara, che alcuni hanno giudicato di buona scuola; sotto questo
quadro è una statua di Gesù morto molto espressiva. A destra
dell’altar maggiore vedesi il monumento del Bagboli col suo
somigliante busto, morto il 22 ottobre 1847 e qui sepolto.
Monastero di San Paolo
Foto di Francesco Fiumalbi
Nessun commento:
Posta un commento