di Giancarlo Pertici
Le botteghe artigiane che si affacciavano sulla Piazza. La
bottega che sarà di Gigi lo stagnino già sacrestano del SS. Crocifisso. La
tipografia Ristori editore del Carducci. L'insegna della sartoria Baccetti
durante la processione in occasione della ricorrenza della Madonna della
Cintola.
Per chiunque si senta samminiatese, nato od acquisito, Piazza
del Seminario rappresenta il salotto buono, il fiore all’occhiello da poter
presentare ad amici e conoscenti con “orgoglio”. Si colloca a metà strada da
“dilaisti” e “diquaisti” facendoci superare qualsiasi divisione campanilistica
di fronte al forestiero. Ancor oggi possiamo ben riconoscere i segni distintivi
della città di San Miniato, non solo semenzaio di uomini illustri, ma anche
città del commercio e di artigiani ed artisti.
E’ proprio qui, nella Cittadella (Piazza del Seminario) che si teneva il
mercato più antico di mercoledì dove si potevano barattare o comprare merci tra
le mura castellane che ne delimitavano gli spazi. Entro le mura stesse avevano
trovato case di modeste dimensioni e botteghe artigiane tra il XIV e il XV
secolo essendone diminuita l’importanza delle fortificazioni a difesa. Entro
queste mura nel 1650 furono ricavate le prime aule ad uso seminario che poi
furono ampliati nel 1682 sostituendo alcune casette e botteghe degli artigiani
fino a raggiungere agli inizi del 1700 l’attuale configurazione. E’ su questa
piazza che si affacciavano anche nel dopoguerra alcune botteghe illustri: Il
Marmista DEL BUBBA, abile scultore, La Pretura dove oggi si accede al
Miravalle, Gigi lo stagnino ià sacrestano anche del SS. Crocifisso. Alcune di
queste ci vengono tramandate dalle foto di Del Campana Guazzasi ed altre
parimenti antiche. Chi si ricorda della sartoria Baccetti e della maestra
Baccetti che insegnava negli anni 50?
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