01/49 [N/A] S. Miniato e S. Gimignano secondo Annio da Viterbo
Senza anno
[…] E ciò, è proceduto perché non hanno voluto
eliminare la Tavola d'Alabastro, che Fra Annio da Viterbo compose scioccamente,
e sognando, con fingere, che questa la facesse Desiderio per iscusarsi appresso
a' Francesi, contro Adriano Papa, e che il detto Fra Annio, pensando di
nobilitar maggiormente Viterbo, con questa, ed altre sue solite menzogne la
fece apporre in una pariete del Palazzo della Signoria di detta Città, nella
quale si leggono queste parole tra l'altre
“Nos non sumus Tuscia destructores, un Nos apud
Gallos accusat Adrianus Papa, &c. nam in Tuscia edificamus à fundamentis,
&c.”
e più sotto continuando la serie delle Città, e
Terre da lui edificate, soggiungne
“Phocensibus autem Sanctos Geminianu, & Miniatem,
&c.”.
Non posso ne meno con studio applicato, per scusa
di Fra Annio, addurre quello, che dice Fra Leandro della Città di Perugia, cioé
che molte state, gli Antichi Scrittori, dicono, che una Città sia stata
principiata da qualcheduno, dal quale solamente fu aggrandita, e rifatta. Ma,
buono Iddio, e che non sa, come testimonia Giugurta Tommasi, nelle sue Istorie
Senesi, che Pisa, Fiorenza, Lucca, Pistoia, Arezzo, Cortona, Volterra, Prato,
Colle, S. Gimignano, e S. Miniato, costituivano una parte della Toscana
de' Longobardi? E poi, che si mettesse a leggere la seconda parte de' discorsi
di Monsignore Don Vincezio Borghino, acerrimo dimostratore delli spropositi di
questa Tavola, resterebbe a pieno soddisfatto, ed io non m'attendio apporne qui
le sue istesse parole, che sono queste:
“Dice poi, che ha edificato a' Focensi San
Miniato, e S. Gimignano: Se egli intende di Fucecchio, in quali scrittori,
o per quali riscontri, potrà egli mai mostrare, o altri innanzi, o dopo lui,
che Fucecchio sia stata Terra di tanto dominio, e potere, che i confini suoi
passassero l'Arno, e si distendessero per tante miglia verso Oriente? E pure
Carlo Magno in qua ci sono, come io dico, di queste Terre nostre vicine, buone
notizie; lasciando per ora, che S. Gimignano è della Diocesi Volterrana, che in
quei tempi non così agevolmente si mescolavano, onde potessero questi Focensi
tanto distendersi.
E chi è, che abbia pur mezzana notizia delle cose
di questi Paesi, che non se ne rida? Ma forse intese de Fosci, che era in quei
tempi, ed è ancor oggi un piccol Torrente fra S. Gimignano, e Colle, in sul
quale era, come si vede per scritture intorno all'anno millesimo della salute,
un piccol Borgo col medesimo neme de' Fosci, che sarebbe in questo minor
melensaggine la sua, che di Fucecchio, e porterebbe seco tutte le difficoltà, e
molto maggiori ancora: E S: Miniato è Diocesi Lucchese, dove non aggiugnevano i
Fosci, e non si troverà questo nome, se non in contratti privati, o d'un Borgo,
o Villa. Ne mai vi fu Terra alcuno di questo nome, dove Fucecchio da qualche
centinaia d'anni in qua, è pur Castello, come che troppo grande, e molto
nominato non sia,”
che tanto parla il sopraddetto Monsignor Borghino
[…].
G. V. Coppi, Annali, memorie ed huomini
illustri di Sangimignano. Ove si dimostrano le Leghe e Guerre della Repubbliche
Toscane, Stamperia Cesare e Francesco Bindi, Firenze, 1695, Libro Primo,
pp. 9-10.
G. V. Coppi, Annali, memorie ed Huomini illustri di Sangimignano. Ove si dimostrano le Leghe e Guerra delle Repubbliche Toscane, Firenze, 1695, frontespizio.
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