a
cura di Francesco Fiumalbi
In
occasione di particolari avvenimenti, era uso abbastanza diffuso
quello di compiere delle vere e proprie “celebrazioni” o
“commemorazioni” pubbliche all'interno delle chiese, specialmente
quelle dei centri urbani principali. Era una consuetudine diffusa, e
largamente utilizzata, quella di associare l'aspetto “politico”,
o comunque istituzionale, alla sfera propriamente religiosa. Al tempo
in cui San Miniato faceva parte del Granducato di Toscana, ad
esempio, si verificò lo scoprimento del SS. Crocifisso di
Castelvecchio in occasione della nascita di Maria Teresa, primogenita
di Pietro Leopoldo e di Maria Luisa di Borbone. Di questo ne abbiamo
parlato nel post IN
PILLOLE [012] 1767 – IL ROYAL BABY DEL GRANDUCA PIETRO LEOPOLDO DI
TOSCANA.
Tali occasioni si verificavano tanto per segnalare e condividere con
la popolazione i “lieti eventi”, quanto per commemorare la morte
di sovrani o di personaggi di particolare rilevanza storico-politica.
Ciò
avvenne anche in occasione della morte di Camillo
Benso Conte di Cavour,
personaggio di primissimo piano del Risorgimento, uno dei “padri
nobili” dell'Unità nazionale. Nato a Torino il 10 giugno del 1810,
fu il primo Presidente del Consiglio dei Ministri del neonato Regno
d'Italia, dal 23 marzo 1861 fino al giorno della sua morte, che
avvenne il 6 giugno dello stesso 1861. Durò in carica, praticamente,
nemmeno 3 mesi. Tuttavia la sua rilevanza politica, sia in campo
economico, sia in quello della diplomazia internazionale, che aveva
maturato come Ministro e poi come Primo Ministro nel periodo del
regno piemontese, aveva certamente elevato Cavour al rango di “padre”
della Patria, al pari di Garibaldi, Verdi e Vittorio Emanuele II.
Olio su tela, 79x64 cm,
Milano, Pinacoteca di Brera
Utilizzo ai sensi
dell'art. 70 comma 1-bis
della Legge 21 aprile
1941, n. 633
Le esequie, celebrate
in forma pubblica (oggi si direbbe “Funerale di Stato”) si
svolsero a Torino, nella chiesa francescana di Santa Maria degli
Angeli, il giorno 7 giugno 1861. Celebrazioni e cerimonie
commemorative si svolsero anche nei giorni successivi, un po' in
tutta Italia. A San Miniato ciò avvenne il 22 giugno 1861, nella
chiesa dei SS. Jacopo e Lucia, comunemente detta di San Domenico.
Siamo
nel primissimo periodo della cosiddetta “Questione
Romana”,
crisi diplomatica fra Regno d'Italia e Stato Pontificio, che tra
l'altro si riverberò anche nella scomunica comminata allo stesso
Cavour. Ecco spiegata la logica dietro al motivo per cui la
commemorazione non avvenne nella chiesa principale di
San Miniato, ovvero la Cattedrale dei SS. Maria Assunta e Genesio,
bensì in una chiesa conventuale, quella officiata dai Padri
Domenicani. Anche lo scarto temporale, fra il funerale del 7 giugno e
la commemorazione del 22 giugno, ben due settimane, deve essere
letto in questa chiave. Evidentemente si attendevano disposizione
dalla Santa Sede sul comportamento da tenere, che molto probabilmente
vide la negazione all'utilizzo di chiese “diocesane”, dunque le
Cattedrali e gli edifici parrocchiali in senso stretto. Quella di San
Domenico, in realtà, costituiva un caso molto particolare, in quanto
la chiesa era parrocchiale, anche se officiata dai Padri Domenicani
fin dalla prima metà del '300.
Foto di Francesco
Fiumalbi
Di questa
commemorazione si ha notizia tramite un piccolo opuscoletto, stampato
nel 1861 dalla sanminiatese Tipografia Ristori, e contente le
“iscrizioni” compilate da Adolfo Brogialdi, Socio Ordinario
dell'Accademia degli Euteleti e Professore di Logica Razionale e
Morale presso il Ginnasio di San Miniato, lo stesso dove insegnò
Giosué Carducci, di cui fu “collega”, e col quale intrattenne
anche una modesta corrispondenza. Successivamente Brogialdi, nominato
Cavaliere, fu professore presso il Regio Liceo Torricelli di Faenza.
Anche
la pratica delle “iscrizioni” era molto frequente e serviva in
qualche modo per dare solennità all'avvenimento e tracciarne, in
forma sintetica, il significato. Una cosa simile l'abbiamo già
incontrata nel post 1769
– LA RIAPERTURA DEL DUOMO DI SAN MINIATO.
Interessante, infine,
il contenuto delle epigrafi. Nonostante non manchi la retorica, a distanza di oltre 150 anni, trasmette ancora oggi i
sentimenti del tempo. Sentimenti ed emozioni figli di un lungo periodo che poteva
dirsi concluso, a favore di una nuova stagione, in cui l'Italia era
divenuta finalmente un'unica nazione.
Di
seguito è proposta la trascrizione di A. Brogialdi, Iscrizioni
poste nella chiesa dei SS. Jacopo e Lucia in S. Miniato nei solenni
funerali dell'insigne italiano Camillo Benso Conte di Cavour ivi
celebrati il dì 22 giugno 1861,
Tip. Ristori, San Miniato, 1861.
Avvertenza: i numeri nelle parentesi quadre, di colore blu, rappresentano l'effettivo numero di pagina dell'opuscoletto.
Avvertenza: i numeri nelle parentesi quadre, di colore blu, rappresentano l'effettivo numero di pagina dell'opuscoletto.
[01]
ISCRIZIONI
POSTE NELLA CHIESA DEI
SS. JACOPO E LUCIA
IN S. MINIATO
NEI SOLENNI FUNERALI
DELL'INSIGNE ITALIANO
CAMILLO
BENSO CONTE DI CAVOUR
IVI CELEBRATI IL Dì 22
GIUGNO 1861
S. MINIATO
TIP. RISTORI
1861
[02]
[03]
Sulla
porta maggiore del Tempio
CITTADINI ACCORRETE AI
SOLENNI SUFFRAGI
PER LA GRANDE ANIMA
DI
CAMILLO BENSO CONTE DI CAVOUR
AD ONORARE LA MEMORIA
DI LUI
CHE NEI TEMPI DIFFICILI
E PERIGLIOSI
PARVE IL GENIO TUTELARE
D'ITALIA
DESTINATO DALLA
PROVVIDENZA
A VINDICE DELLA
SCHIAVITU' DELLA PATRIA
E DIFENSORE DEL DRITTO
DEI POPOLI
CONTRO LE VIOLENZE DEI
TIRANNI
[04]
A
destra guardando l'Altare
MINISTRO DI STATO
PER VASTITA' DI
DOTTRINA E PROFONDITA' DI CONSIGLIO
INCOMPARABILE
LA CUI GRANDEZZA
E' TESTIMONATA DALLE
SUE OPERE
LA REDENZIONE E
L'UNITA' D'ITALIA
A
sinistra
OPPRESSORI DEGLI UOMINI
SU QUESTO FUNEBRE VELO
LEGGETE
CHE DIO NON DIMENTICA
GLI OPPRESSI
E CHE MENTRE POSATE
SECURI SUL TRONO DELLA FORZA
EGLI ADOPERA IL SUO
BRACCIO
PER INFRANGERE LE
VOSTRE CATENE
[05]
In
faccia alla Porta
QUI SULLA TOMBA DEL
GRANDE CONCITTADINO
ITALIANI GIURATE QUELLA
CONCORDIA
CHE FU IL SUPREMO DE'
SUOI DESIDERJ
IL PIU' DOLCE DEI SUOI
CONFORTI
GIURATE CH'ELLA SARA'
IN VOI INESTINGUIBILE FIAMMA
GIURATE E L'ITALIA
SARA' SALVA PER SEMPRE
In
faccia all'Altare
GRAN DIO CHE TANTA ORMA
DI TE STAMPASTI
NEL MAGNANIMO SPIRITO
DELL'ILLUSTRE ITALIANO
FA' CHE IN LUI SEMPRE
RIGUARDINO
CON AMMIRAZIONE I
POPOLI
POICHE' NELLE GRANDI
MEMORIE
SONO L'AVVANIRE E LE
SPERANZA D'UNA NAZIONE
Adolfo Brogialdi
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