a
cura di Francesco Fiumalbi
Dopo
la “riscoperta” dell'apparato campanario del Duomo [in proposito
si veda il post LE CAMPANE DELLA CATTEDRALE DI SAN MINIATO]
prosegue il viaggio attraverso questi antichi, quanto semplici,
strumenti “sonori” che, per secoli, hanno scandito la vita degli
uomini nel territorio sanminiatese.
Forse non tutti sanno
che il Santuario del SS. Crocifisso di Castelvecchio, costruito sotto
il Vescovo Poggi fra il 1706 e il 1718, ha una campana. In verità è
molto piccola, viene suonata solamente nelle solennità legate al SS.
Crocifisso, dunque solamente durante l'annuale ostensione, e in
particolari occasioni. Per di più è quasi nascosta.
Infatti la campana non
si trova in posizione ben visibile, ma sorretta da un modesto
campanilino a vela, situato sulla cuspide del braccio tergale della
chiesa. In pratica, per vederlo, occorre “aggirare” l'edificio e
andare sul retro.
Foto di Francesco
Fiumalbi
La campana fu donata
all'oratorio nel 1718, dunque proprio alla conclusione dei lavori di
costruzione avviati nel 1705, dal nobile sanminiatese Gioacchino
Ansaldi. Reca la seguente iscrizione:
IOACHINUS ANSALDI
PATRITIUS MINIATENSIS IN HONOREM IESUS CHRISTI CRUCIFIXI, B.M.V.
DOLOROSAE, ET DIVI ANTONII PALAVINI, AN. MDCCVIII.
Dunque è dedicata a
Gesù Cristo Crocifisso, alla Beata Vergine Maria “Addolorata” e
a Sant'Antonio di Padova, le cui effigi sono raffigurate sul mantello
della campana, assieme allo stemma Ansaldi e alla croce dei Cavalieri
di S. Stefano, sodalizio a cui appartenevano.
Mentre
la corrispondenza fra la Madonna “Addolorata” (ai piedi della
Croce) e il Crocifisso è abbastanza facile ed immediata, più
difficile appare il collegamento con Sant'Antonio di Padova. Proprio
a quest'ultimo sembra essere attribuita la volontà
di
non voler conoscere, amare e abbracciare altri che Gesù
crocifisso,
ma la motivazione, probabilmente, è da individuarsi semplicemente in
una particolare devozione personale dello stesso Gioacchino Ansaldi.
Foto di Francesco
Fiumalbi
La campana fu fusa in
Lucca, da Carlo Francesco Berti, abile lavoratore di metalli che,
nella sua apprezzata carriera artigianale, tra le altre cose, fuse
anche una campana per la Torre di Pisa.
Lo stesso Gioacchino
Ansaldi negli anni successivi promosse innumerevoli interventi presso
il Santuario che gli valsero una iscrizione da parte del Vescovo
Mons. Torello Pierazzi alla metà del secolo successivo.
RIFERIMENTI
BIBLIOGRAFICI
G.
Conti, Storia
della venerabile immagine e dell'oratorio del SS. Crocifisso detto di
Castelvecchio,
M. Cellini, Firenze, 1863, pp. 70 e 119.← TORNA ALL'INDICE DELLE “PILLOLE”
Nessun commento:
Posta un commento